Terapie per l’epatite C pangenotipiche glecaprevir-pibrentasvir e sofosbuvir-velpatasvir-voxilaprevir dopo fallimento di terapia con antivirali ad azione diretta privi di interferone
Presentato da: Steven Flamm, et al.
Division of Hepatology, Northwestern University,
Feinberg School of Medicine, Chicago, IL, USA
Introduzione e contesto
- Nonostante la notevole efficacia della terapia con agenti antivirali ad azione diretta (DAAs, direct acting antiviral agents) senza interferone (IFN) nella terapia HCV (hepatitis C virus) real-world, il fallimento della terapia rimane problematico per l’eradicazione della malattia.
- In questo studio vengono esaminati gli outcome di glecaprevir-pibrentasvir (G-P) o sofosbuvir-velpatasvir-voxilaprevir (S-V-V) dopo fallimento/recidiva con DAAs.
Disegno dello studio e metodi
- Sono stati inclusi pazienti con fallimento o recidiva con terapia DAAs senza IFN e sono stati trattati con G-P (n = 55) o S-V-V (n = 176) tra il luglio 2017 e il dicembre 2018.
- I dati sono stati raccolti elettronicamente dai produttori e dalle farmacie.
- Le variabili sono state confrontate con test esatti e successivamente con test z.
- Le variabili significativamente diverse sono state utilizzate in una regressione logistica per generare un propensity score per accoppiamento 1-1 senza sostituzione con G-P come gruppo di test.
- La durata della terapia non è stata inclusa nell’accoppiamento per limitazioni della numerosità campionaria.
Risultati
- In confronto con S-V-V, il gruppo G-P presentava maggior percentuale di eGFR basale < 30 ml/min (8 vs. 1%, p = 0,015), HCV genotipo (GT) 2 (9 vs. 2%, p = 0,040), ipertensione (60 vs. 42%, p = 0,016) e trattamento presso centri accademici (42 vs. 26%, p = 0,021).
- I gruppi G-P e S-V-V non mostravano differenze significative in età, genere, assicurazione, ribavirina, ansia, depressione, diabete, HCC, HIV, o HBV e presentavano GT1 (82 G-P vs. 78% S-V-V, p = 0 0,589) e FIB4 al basale >3,25 (37 G-P vs. 38% S-V-V, p = 0,651).
- La durata della terapia con G-P è stata di 16 settimane (69%), 12 settimane (16%) e 8 settimane (15%); con S-V-V, il 99% dei pazienti sono stati trattati per 12 settimane (p < 0,001).
- La terapia precedente era nella maggioranza dei casi ledipasvir-sofosbuvir (L-S) sia per G-P (64%) sia per S-V-V (58%).
- I tassi di SVR sono risultati significativamente inferiori per G-P rispetto a S-V-V sia per la popolazione intention to treat (ITT, 84 vs. 94%, p = 0,017) sia per protocol (PP, 85 vs. 98%, p < 0,001).
- Dopo accoppiamento per propensity score i gruppi di terapia (n = 39 coppie) presentavano differenze significative solo per la durata di terapia (G-P 69% 16 settimane, 15% 12 settimane, 15% 8 settimane vs. S-V-V 100% 12 settimane, p < 0,001) e per le seguenti caratteristiche: 95% GT1, 5% GT 3, 100% eGFR>30 ml/min, 33% (G-P) vs. 36% (S-V-V) FIB4 >3,25 e precedente terapia prevalentemente L-S (80%).
- Nel campione accoppiato i tassi di SVR sono risultati significativamente inferiori per G-P rispetto a S-V-V per ITT (85 vs. 97%, p = 0,048) e PP (85 vs. 100%, p = 0,012).
Conclusioni e prospettive
- In questo studio, nei pazienti con precedente fallimento/recidiva di DAAs si sono osservati tassi significativamente maggiori di SVR per ITT e PP in caso di terapia con S-V-V rispetto a G- P prima e dopo l’aggiustamento per differenze cliniche.
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