The Digital International Liver Congress EASL 2020

Focus sulle patologie del fegato

Il peso dei cofattori preesistenti nella progressione delle epatopatie nei pazienti che eradicano con successo l’infezione cronica da virus dell’epatite C: analisi ad interim della coorte PITER


Presentato da: Loreta Kondili, et al.
Istituto Superiore di Sanita, Center for Global Health, Roma


Introduzione e contesto

  • Le linee-guida EASL della pratica clinica suggeriscono che i pazienti con HCV (hepatitis C virus) che raggiungono la risposta virologica sostenuta (SVR, sustained virologic response) necessitano di follow-up in caso di cofattori preesistenti (CP) per progressione dell’epatopatia come eccessivo introito alcolico, obesità e/o diabete di tipo 2.
  • Nella coorte PITER è stata valutata la gestione real-life dei pazienti in seguito a eradicazione di HCV a seconda dello stadio di malattia e della presenza di CP.

Disegno dello studio e metodi

  • Sono stati valutati i dati dei 4038 pazienti arruolati nel PITER, con eradicazione di HCV.
  • Lo stadio di fibrosi è stato valutato con l’elastometria e/o la valutazione clinica per i pazienti con cirrosi.

Risultati

  • Dei 1557 pazienti (età media 57; DS: 13 anni) con stadio di fibrosi F1-F2, il 77% aveva CP per progressione dell’epatopatia.
  • Tra tutti i pazienti con stadio F1-F2, il 30% aveva un follow-up (mediano 27 range: 19-34 mesi) dopo la SVR12.
  • La prevalenza di cofattori era del 71% in coloro che hanno proseguito il follow-up vs. 76% in coloro che lo hanno interrotto (p = 0,05).
  • ALT è rimasto elevato nel corso del follow-up nel 2% dei pazienti con F1-F2 e CP vs. nessuno dei pazienti senza CP.
  • Dei 473 pazienti (età media 61; DS: 12 anni) con stadio F3 e follow-up (mediana 23; range 13-35 mesi) dopo la SVR, l’89% aveva CP per progressione di malattia.
  • Durante il follow-up, i livelli di transaminasi sono rimasti alterati nel 4% dei pazienti con CP e in nessuno di quelli senza CP (p = 0,02).
  • In 3 (0,6%) pazienti con CP e fibrosi F3 alla SVR, si è riscontrato un epatocarcinoma (HCC, hepatocellular carcinoma) durante il follow-up.
  • Per quanto riguarda i 2008 pazienti con cirrosi, sono stati seguiti per un periodo mediano di 33 (range 26-41) mesi, l’incidenza complessiva di HCC è stata del 4,4% nei pazienti con CP e del 3,9% in quelli senza CP (p = 0,7).
  • I fattori indipendentemente associati al riscontro di HCC sono l’età (HR = 1,08; IC 95% 1,04-1,12), una riduzione dei valori di albumina (HR = 3,03 IC 95% = 1,46-6,30) e il genotipo 3 (HR = 2,67 IC 95% = 1,03-6,96).
  • Durante il follow-up, il 3,2% dei pazienti con cirrosi scompensata, prima della terapia con antivirali, ha avuto un nuovo scompenso, mentre nel 4,8% si è verificato uno scompenso durante la terapia.
  • Lo scompenso e il peggioramento della classe di Child Pugh (verificatosi nel 33% dei casi) non sono risultati associati a presenza di CP per progressione dell’epatopatia.
  • Lo scompenso epatico prima della terapia (HR = 7,13; IC 95% 4,51-11,27), una conta piastrinica inferiore a 100.000 (HR = 2,01; IC 95% 1,29-3,12) e una ridotta albuminemia (HR = 1,65; IC 95% 1,08-2,54) sono risultati indipendentemente associati allo scompenso epatico.

Conclusioni e prospettive

  • La presenza di cofattori di progressione di epatopatia è risultata comune nei pazienti con HCV trattati con antivirali in Italia.
  • La maggior parte dei medici non seguono le raccomandazioni EASL e interrompono il follow-up nei pazienti F0-F2 indipendentemente dalla presenza di CP.
  • I CP si associano a persistente elevazione di ALT post SVR nei pazienti F0-F3, ma non a maggior incidenza di HCC o di complicanze associate all’epatopatia nel corso di un follow-up di media durata dopo eradicazione virale dell’HCV.


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